Le soluzioni software AutoForm costituiscono una piattaforma completa per la progettazione, la valutazione e il miglioramento dei processi di formatura della lamiera e dell’assemblaggio del BiW. Questa piattaforma permette la completa digitalizzazione, il flusso di informazioni e dati senza soluzione di continuità e l’integrazione degli standard dell’industria 4.0.
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La soluzione software AutoForm Assembly supporta l’intero flusso di lavoro dell’assemblaggio BiW, ovvero la gestione delle tolleranze e della qualità, l’ingegneria di processo così come le fasi di prova stampi e i cicli di correzione in produzione.
AutoForm Forming offre una serie di prodotti software con un’ampia gamma di potenti funzioni per la definizione del metodo e la validazione di processi di stampaggio e di componenti.
AutoForm ProgDie consente ai costruttori di stampi progressivi di progettare, simulare, valutare, convalidare e modificare in modo efficiente vari concetti di layout delle strisce, per poi scegliere quello più adatto alle loro esigenze.
Con la soluzione AutoForm Tube, è possibile ottenere una comprensione approfondita e completa dei processi di piegatura, formatura e idroformatura di tubi.
Come produttore di stampi progressivi, è possibile progettare e simulare in modo efficiente stampi progressivi utilizzando il software LogoPress, adattato alle vostre esigenze.
Il software TriboForm descrive accuratamente complessi fenomeni tribologici e permette di simulare in modo efficiente le condizioni di attrito e lubrificazione.
Con i moduli integrati in ambiente CAD, la nostra esperienza nella simulazione dei processi di stampaggio lamiera si unisce alle potenti funzionalità di progettazione CAD.
Come utente delle nostre offerte cloud, è possibile avere un accesso flessibile, direttamente via web, alla tecnologia AutoForm ovunque e quando se ne ha bisogno.
Negli ultimi anni, l’utilizzo di materiali moderni quali gli acciai alto-resistenziali e l’alluminio per la produzione di parti stampate per il mercato automotive è sensibilmente aumentato. Da quando le parti stampate con questi materiali sono risultate essere maggiormente affette da fenomeni di ritorno elastico rispetto a quelle stampate con materiali tradizionali, il calcolo dello springback e la sua compensazione sono diventate vere e proprie sfide per l’industria dell’automobile. Per vincere queste sfide ed ottenere simulazioni accurate del calcolo del ritorno elastico, è necessaria una descrizione del processo il più accurata possibile.
Analizziamo il ritorno elastico di un rinforzo montante A. La maggior parte della geometria è formata nel corso della prima operazione di imbutitura. Dopo le operazioni di rifilatura e foratura, la parte è quasi completamente nella sua forma finale. Nel corso dell’ultima operazione la piccola flangia al fondo dell’elemento viene rialzata. La figura 1 mostra la lamiera al termine di ogni operazione. In particolare, procedendo da sinistra verso destra, si possono notare: lo spezzone iniziale, la lamiera dopo l’imbutitura, la lamiera dopo la rifila e la foratura, e la forma finale dell’elemento dopo la flangiatura.
Il processo descritto in figura 1 può essere simulato applicando due modelli differenti, A e B, che sono descritti in dettaglio di seguito. La figura 2 mostra i risultati della simulazione del ritorno elastico basati su questi modelli differenti. Dopo avere eseguito una analisi libera del ritorno elastico, i valori mostrati rappresentano uno scostamento dalla distanza normale. La differenza nei valori del ritorno elastico delle due simulazioni apre alla domanda sul perché ci sia una differenza.
Una simulazione accurata dell’intero processo include l’imbutitura e tutte le operazioni secondarie, oltre al calcolo del ritorno elastico. La posizione iniziale dei tool è mostrata in figura 3: la prima operazione, l’imbutitura, viene eseguita con un solo colpo utilizzando un premilamiera con doppia curvatura. Un bordino a geometria variabile controlla il flusso del materiale. L’operazione di imbutitura è la stessa per entrambe le simulazioni A e B; tuttavia le operazioni secondarie sono simulate in modo diverso.
Le 4 immagini della figura 4 mostrano imbutitura, rifilatura, flangiatura e ritorno elastico. Al termine dell’imbutitura sopra descritta, i contorni della rifilatura e dei fori sono definiti sull’elemento. Durante la simulazione, gli elementi all'interno del contorno dei fori e al di fuori della rifilatura vengono semplicemente eliminati. Questo è un approccio molto comune nella simulazione dello stampaggio lamiera. Successivamente per simulare l’operazione di flangiatura ed evitare pieghe indesiderate, il foglio di lamiera è fissato con dei clamps. L'area superiore piatta viene tenuta con un utensile piatto. Al termine del processo, la parte viene liberata da tutti i tool e dai vincoli e si applica un ritorno elastico libero.
La simulazione mostrata in figura 5 è più simile ad un processo di officina. Le 5 immagini mostrano l’imbutitura, una rifila a settori eseguita nell’operazione T30, un’altra rifila nell’operazione T40, la flangiatura ed il ritorno elastico. Questa rappresentazione accurata dell’intero processo è chiamato simulazione di ciclo completo. Al termine dell’imbutitura sopra descritta, la rifilatura e la foratura sono divise in 2 operazioni. In realtà, il processo di rifilatura è segmentato in quanto deve essere possibile il rilascio dello sfrido. Se le flange fossero completamente rifilate in una volta sola, sarebbe impossibile rimuovere il materiale di scarto durante la produzione automatizzata. Durante la rifilatura e la foratura, una grande quantità di forza è richiesta per separare il foglio di materiale. Per questo motivo la lamiera deve essere fortemente bloccata per evitare formature e movimenti indesiderati. La seconda e la terza immagine della figura 5 mostrano come gli utensili di chiusura seguono la geometria dell’elemento. Di nuovo, nel corso dell’operazione di flangiatura l’elemento è completamente bloccato per evitare formature e movimenti indesiderati. L’ultimo step di questa simulazione consiste nell’apertura dei tool e dei vincoli e nell’applicazione del ritorno elastico libero.
I risultati del ritorno elastico mostrati in figura 2 evidenziano differenze basate sui diversi processi simulati. Le differenze più rilevanti tra i processi A e B applicati sono relative alla cinematica dei tool utilizzati per le operazioni secondarie. Una potenziale causa dei risultati diversi potrebbe essere un certa quantità di deformazione plastica nel corso della chiusura degli utensili nelle operazioni di rifila T30 e T40. Per determinare se si verifica una deformazione plastica durante la chiusura dell'utensile, occorre analizzarne la velocità. La figura 6 mostra la velocità della deformazione plastica alla chiusura dei tool nell’operazione T30. La velocità della deformazione plastica non è analizzata solamente nel layer centale della lamiera ma anche nel layer superiore ed inferiore. L'immagine centrale, che rappresenta il layer centrale difficilmente mostra qualsiasi velocità di deformazione plastica mentre per gli strati superiore e inferiore è evidente una certa velocità di deformazione plastica nei raggi.
Questa deformazione di spessore indica una certa deformazione nella piega dei raggi. Generalmente, queste deformazioni elasto-plastiche provocano distinguibili variazioni di geometria dovute proprio al ritorno elastico. Lo springback provocato dalla leggera deformazione dovuta alla chiusura degli utensili avviene solo nel processo B. Nel processo A, invece, la chiusura degli utensili per le operazioni secondarie non viene simulata. Il risultato è che gli effetti del ritorno elastico non appaiono nei risultati della simulazione.
In sintesi, per ottenere risultati affidabili di ritorno elastico, occorre considerare le condizioni di processo corrette, cioè il processo deve essere attentamente studiato e descritto nel modo più corretto possibile nella simulazione. Risultati accurati di ritorno elastico dipendono da condizioni di processo opportunamente studiate ed analizzate, in quanto possono influenzare significativamente i risultati finali.
Oltre 1000 produttori e fornitori utilizzano il software AutoForm
Cosa dicono i nostri clienti di AutoForm?
Oggi AutoForm è la soluzione per garantire la producibilità degli elementi stampati e per poter dire ai nostri clienti con certezza che ‘funziona’.
Christian Pfaff General Manager presso WESOBA Werkzeugbau - Sondermaschinenbau GmbH, Germania
Il software ha assolutamente effetto sulla puntualità delle nostre consegne, perché riduce i tempi di produzione degli stampi.
Michael Oakley President presso Oakley Industries, USA
Senza AutoForm, quasi tutto ciò che facciamo oggi nel campo dello stampaggio della lamiera non sarebbe possibile.
Philipp Nüschen Manager Engineering presso HERU Werkzeugbau GmbH & Co. KG, Germania
Usando il software AutoForm, siamo più veloci e più precisi che mai. Allo stesso tempo, siamo in grado di risparmiare tempo e costi, il che è di grande valore sia per noi che per i nostri clienti.
Eduardo Oliveira CEO presso EPALFER, Portogallo
La cosa più potente del software AutoForm è che elimina gran parte delle criticità dei classici elementi finiti e permette di lavorare in modo creativo per pensare a come produrre una parte e determinare il processo. Questo è molto importante.
Kristoffer Trana Technical Expert, Stamping Feasibility presso Volvo Car Group, Svezia
A dire il vero, grazie ad AutoForm, abbiamo ampliato la varietà dei pezzi che produciamo oggi, ampliando così il nostro mercato. ... Ora produciamo pezzi che non avremmo mai potuto produrre in così breve tempo senza la simulazione AutoForm.
Elio Falco CEO presso FARA Stampi S.r.l., Italia
Siamo davvero soddisfatti del software AutoForm – usiamo i moduli DieDesigner, Trim e Sigma. Stiamo anche pensando di utilizzare in futuro il software di graffatura.
Steve Hackett Engineering/Technical Consultant presso Whiston Engineering, Regno Unito
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